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La storia del pavimento in cotto
Il cotto contemporaneo è la perfetta combinazione tra l’antica tradizione della ceramica etrusca e il design moderno.
In Italia l’utilizzo di questo materiale è infatti documentato a partire dalla metà dell'VIII secolo a.C., quando furono propio gli Etruschi, un popolo dell’Italia antica vissuto tra il IX a.C. e il I a.C., i primi ad utilizzare argille grossolane, poi cotte in forni, per la realizzazione di anfore ed altri oggetti decorativi.

Il cotto inizia ad essere utilizzato per la creazione di pavimenti a partire dal IV secolo a.C. grazie ai bassi costi e la facile accessibilità.
Continua ad essere applicato, anche se parzialmente, in epoca romana fino a raggiungere un impiego maggiore nel Medioevo e Rinascimento, come testimoniato dai pavimenti cinquecenteschi, fino a giungere ai nostri giorni, in cui i pavimenti in cotto sono spesso sinonimo di ricchezza ed eleganza. 

Le tipologie principali del pavimento in cotto

La classificazione del cotto, derivante come abbiamo visto da una lunga tradizione popolare, oggi può essere sintetizzata grazie ad una suddivisione per aree geografiche e processi produttivi.
In relazione alla suddivisone per aree geografiche si possono distinguere:
  • il cotto toscano e fiorentino 
  • Il cotto siciliano 
  • Il cotto umbro 
  • Il cotto spagnolo 


Soffermandoci invece sulle tecniche di produzione, facciamo una distinzione tra:
  • cotto lavorato a mano
  • Cotto artigianale 
  • Cotto industriale 


Ricordiamo inoltre che il cotto toscano, siciliano e umbro sono tra i più famosi e apprezzati nella scena edilizia.


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